Alcune recenti epidemie influenzali da nuovi virus e la comparsa di varianti altamente patogene di agenti già conosciuti all’origine, in particolare, di contaminazioni alimentari, hanno focalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica sui rischi associati alla recrudescenza delle malattie infettive. Ciò ha permesso di accrescere notevolmente l’interesse nei confronti della valutazione del rischio biologico quale strumento di importanza fondamentale nell’ambito dei processi decisionali.

I microrganismi sono di fatto presenti ovunque nell’ambiente, la maggior parte di essi sono innocui per gli esseri umani e svolge inoltre molte funzioni importanti. Ciò nonostante, alcuni di essi possono essere causa di infezioni, allergie, o esplicare effetti tossici, costituendo quindi un problema che coinvolge direttamente il settore occupazionale. Una stima condotta su scala mondiale ha evidenziato come ogni anno 320.000 lavoratori in tutto il mondo perdano la vita a causa di malattie infettive provocate da agenti virali o batterici.

Il rischio è spesso trascurato e sottostimato: gli agenti biologici sono riscontrabili in numerosi settori ma, essendo raramente visibili, non sempre i rischi che comportano vengono opportunamente percepiti, spesso anche a causa di una scarsa informazione sulla reale portata del pericolo stesso, con la conseguente possibilità di danni per la salute che a volte si manifestano a distanza di tempo.

Le principali fonti sono rappresentate dalla polvere, dalla manutenzione delle strutture, dai servizi degli edifici e dai sistemi di trattamento dell’aria. In particolare, la qualità dell’aria degliambienti confinati rappresenta un importante problema di sanità pubblica, in quanto ha riflessi rilevanti per la salute e il benessere dei lavoratori. Il cattivo funzionamento dei sistemi di ventilazione o una errata collocazione delle prese d’aria in prossimità di aree ad elevato inquinamento possono determinare infatti una contaminazione dall’esterno di inquinanti e diventare substrato per di contaminanti biologici e diffondere tali agenti in tutto l’ambiente confinato. Diversi studi hanno evidenziato che gli umidificatori e i condizionatori di aria facilitano, per la presenza di umidità e per inadeguata manutenzione, l’insediamento e la moltiplicazione di microrganismi che vengono poi diffusi negli ambienti dall’impianto di distribuzione dell’aria.

Le norme sulla tutela della salute nei luoghi di lavoro prevedono, dove presente , la valutazione del rischio per l’esposizione ad agenti biologici (D.Lgs. n. 81/08 Titolo X), in riferimento al quale il datore di lavoro deve evidenziare per luogo o ambiente di lavoro se esiste o meno “rischio di esposizione” e definire quali siano le misure tecniche, organizzative e procedurali attuate per evitare l’esposizione definendo i necessari interventi di protezione.

Gli stessi ambienti di lavoro sono tuttavia in continua evoluzione in seguito alla introduzione di nuove tecnologie, sostanze e processi lavorativi, ai cambiamenti in atto nella struttura della forza lavoro e nel mercato occupazionale nonché allo sviluppo di nuove forme di occupazione e di organizzazione del lavoro stesso. Le attuali situazioni lavorative sono pertanto portatrici di nuovi rischi e nuove sfide che entrambi, lavoratori e datori di lavoro, dovranno affrontare e che di volta in volta richiederanno uno specifico approccio politico, amministrativo, tecnico e normativo al fine di garantire elevati standard di salute e sicurezza sul lavoro.

In aggiunta agli obblighi scaturiti dal D.Lgs. n. 81/2008 sono sempre più frequenti i controlli da parte delle autorità competenti volti a verificare che presso le strutture a rischio vi siano in essere le necessarie misure di prevenzione. Qualora gli accertamenti di laboratorio evidenzino la presenza di un pericolo elevato si può giungere alla temporanea chiusura della struttura con i danni economici e di immagine che da questi possono derivare.

Una nota particolare deve essere riservata alla Legionella (legionella pneumophila) (1) malattia infettiva grave e pericolosa, dovuta a un batterio molto diffuso in natura, che si concentra però soprattutto in grandi condutture di acqua o impianti di aria condizionata non sottoposti a manutenzione adeguata. La sua presenza diventa concretamente pericolosa per la salute solo nell’ipotesi in cui l’acqua sia spruzzata o nebulizzata; infatti, il batterio può esplicare le proprie caratteristiche patogene solo ed esclusivamente se ha la possibilità di giungere nelle basse vie respiratorie.

Considerata la natura eterogenea dei rischi biologici, che variano in funzione dell’area di attività, sarà imprescindibile l’adozione di misure di prevenzione differenziate per le varie tipologie di rischio, caratteristiche dei diversi contesti lavorativi. Tali misure includono:

  1. un’attenta progettazione e realizzazione degli impianti (condizionamento e idraulico)
  2. utilizzo di materiali idonei (ad es. con elevata batterio-staticità)
  3. particolare cura ed attenzione alla manutenzione ed alla pulizia degli impianti, apparecchiature e dei veicoli
  4. pulizia e cambio periodico di filtri dei condizionatori e dei fancoil che fungono anche da riscaldamento
  5. pulire regolarmente valvole, rubinetti, nebulizzatori, scarichi di lavandini, vasche, docce e impianti per idromassaggio
  6. mantenere pulite le tubature in modo da evitare incrostazioni dove i batteri possano proliferare e evitare la presenza di tubi ciechi dove l’acqua possa ristagnare
  7. prevedere spazi di lavoro sufficientemente ampi e preferire superfici lisce, di facile pulizia, impermeabili e resistenti
  8. provvedere ad un’efficace aerazione nei luoghi di lavoro chiusi e assicurare un microclima confortevole (T, UR, ricambi d’aria adeguati)
  9. prevedere armadi separati per il vestiario civile e da lavoro e garantire docce e servizi igienici adeguati, se il tipo di attività lo richiede
  10. evitare di mangiare, bere e fumare nei luoghi di lavoro
  11. rendere disponibili DPI controllati ed igienicamente adeguati (DPI personalizzati)
  12. sottoporre i lavoratori a regolare sorveglianza sanitaria (se prevista)
  13. evitare la formazione di aerosol e polveri sospese, anche nelle fasi di pulizia o durante le operazioni di manutenzione
  14. prevedere un’adeguata organizzazione complessiva, procedure di lavoro igieniche e l’uso di segnaletica di avvertimento come elementi chiave di condizioni di lavoro sicure e sane
  15. prevedere misure di decontaminazione dei rifiuti, delle attrezzature e degli indumenti, nonché adeguate misure igieniche cui i lavoratori devono attenersi
  16. se necessario, introdurre istruzioni per lo smaltimento dei rifiuti in condizioni di sicurezza, per le procedure di emergenza e per le misure di primo soccorso
  17. prevedere una corretta informazione e un’efficace strategia di prevenzione, indispensabili al fine di evitare che un episodio, anche solo di sospetta contaminazione, si trasformi non solo in un’assunzione di responsabilità sotto il profilo civile e penale, ma anche in un vero boomerang a livello di immagine.

Gesta Srl è a disposizione per ogni chiarimento in merito.

Scarica lo schema riepilogativo dei rischi biologici legati all’ambiente di lavoro ufficio


(1) La legionella è citata anche dal D.Lgs. 81/08 come agente biologico del gruppo 2 (un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori), inserita nell’allegato XLVI. Dunque un agente biologico soggetto all’articolo 271, relativo alla valutazione dei rischi biologici.

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